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Immagine del redattorePaolo Grandi

Rubrica Awalkin.Art: Il movimento moderno in architettura.

Aggiornamento: 13 mag 2021

Oggi affrontiamo un nuovo argomento: l’architettura organica. Il suo teorico è Louis H. Sullivan, promotore della c.d. Scuola di Chicago. I principi su cui si basa la sua teoria sono percepibili in un’opera realizzata tra il 1886 e il 1889: l’Auditorium Building inserito nel Theater and Hotel Building di Chicago. Con una facciata in muratura portante rivestita di granito e arenaria si presenta con pavimenti e coperture poggianti su un telaio di ghisa e ferro. Una struttura enorme, con una capienza di più di 4.000 posti, un’acustica e una visibilità perfette.

Allievo di Sullivan è Frank Lloyd Wright. Del 1909 è la sua Casa Robie a Oak Park, progetto in cui non si pone in contrapposizione alle tematiche dell’architettura razionale, ma anzi partendo da esse ne allarga i contenuti: innanzitutto il suo progetto si rivolge ad un pubblico più vasto, con un’ampia gamma di tipologie edilizie ispirate dal concetto che “la forma deve sempre seguire la funzione”. I volumi degli edifici hanno una forma più libera, ispirata alla natura. Si progetta con maggior rispetto del contesto ambientale, urbano e paesaggistico. Si introducono angoli smussati e un maggior numero di materiali come il legno, il mattone e l’alluminio. Ma è con la Casa sulla cascata (Casa Kaufmann) realizzata tra il 1936 e 1939 in Pennsylvania che Wright sigla il suo capolavoro di architettura organica. Si tratta di una creazione di un nuovo sistema in equilibrio tra l’ambiente costruito e l’ambiente naturale, attraverso l’integrazione dei vari elementi artificiali (costruzioni, arredi, etc…) e naturali (cascate) del sito. Tutti diventano parte di un unico interconnesso organismo architettonico. Wright usa non solo i materiali del luogo, ma anche e soprattutto una moderna tecnologia espressiva, che nonostante la sua apparente dirompenza si integra meravigliosamente con i suoi volumi nello spazio del luogo.

Un altro architetto, finlandese, vicino all’idea dell’architettura organica, è Alvar Aalto. Egli usa luce e colore, materiali naturali, superando però le configurazioni razionaliste, creando spazi connessi con le esigenze biologiche dell’uomo. Lo vediamo nella Biblioteca Civica di Viipuri a Vyborg in Russia, realizzata tra 1928 1935, in cui la struttura organica risponde a una completa gamma di esigenze fisiche e psicologiche degli utenti: si vedano in materiali usati per la costruzione, il bianco esterno, l’attento uso delle luci negli interni, i soffitti di forma variabile a seconda degli utilizzi degli spazi (sala di lettura, biblioteca ragazzi, auditorium, banco, etc …). Villa Mairea a Noormarkku in Finlandia realizzato tra 1936-39 è un altro splendido esempio di una residenza privata, nel bosco denso di alberi, straordinariamente in armonia con l’ambiente esterno, con un uso sapiente e ingegnoso di materiali in grado di sollecitare psicologicamente l’utente ed anche emotivamente: l’ascetismo delle costruzioni razionaliste diventa qui calore e intimità domestica. Sempre in Finlandia negli stessi anni realizza il Sanatorio di Paimio, triste realtà di disagio che, dal punto di vista architettonico, Aalto affronta puntando sullo scopo, sulla funzione dell’edificio come strumento medico. Ecco il disegno delle stanze a misura del malato, il colore del soffitto che dà tranquillità, le fonti di luce, il riscaldamento … Aalto utilizza volumi squadrati e forme avvolgenti unendo razionalismo e naturalismo e sviluppando una poetica personale volutamente al margine delle vicende dell’architettura internazionale dell’epoca.




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